A
STORIA DA PRICISSIUNI |
LA
STORIA DELLA PROCESSIONE |
Dialetto Cassanese |
Traduzione letterale in Italiano |
A festa granna du paisi mio jè u Venneri Santo. Inti i casi non ci resti nuddi e da luntoni venini tanti forestieri. A matina ncori i matino si sentida a trumma e pu i tammurri; puri moni ti feni aggrizzè i carni picchì sentisi u signi di la morte. A gente scinni tutta minza a piazza e arriti a chiisa adduvu ncantini i varetti. Ci su pirsuni che anu murti i fame pi si minti da parti oncunu soldi pi jì a risponni ad ncanti di varetti. Versi i novi a prucissiuni cuminci chianu chianu cu a musica cu canti e prighieri. Nanti trummi e tammurri chi grapini a sfileti di varette. A trummi a 'ncanti na stessa famigghia: quiddi i Giorgi patri e figghi. Jè nu nuri pi loro e si vantini camminànni nanti cummu a rignanti. A nu passi a tiratocca cu nu suni cupi. Pu venidi l'angili du pedi a livi e pu a guni a guni l'ati varetti che ripetini i fatti da passiuni. U mumenti cchiù belli Muriidi u bene granni di la vita |
La festa grande del paese mio è il Venerdì Santo. Dentro le case non ci resta nessuno e da lontano vengono tanti forestieri. La mattina la mattina ben presto si sente la tromba e dopo i tamburi; persino adesso ti fan venir la pelle d'oca perché senti il segno della morte. La gente scende tutta in piazza e dietro la chiesa dove offrono all'incanto i misteri. Ci sono persone che sono morti di fame per mettersi da parte qualche soldo per rispondere all'incanto dei misteri. Verso le nove la processione comincia piano piano con musica con canti e preghiere. Davanti la tromba ed i tamburi che aprono la sfilata dei misteri. La tromba la incanta una stessa famiglia appartenente ai "Giorgi" padre e figli è un onore per loro e si vantano camminando davanti come regnanti. Ad un passo la troccola con un suono cupo. Segue l'angelo dell'orto degli ulivi e poi ad una ad una gli altri misteri che ripetono i fatti della passione. Il momento più bello è ai gironi. La gente si siede sopra i muri o sopra l'erba o si affaccia dalle finestre e dai balconi si San Giorgio di "Vrichi" e l'Acqua Sulfurea. E' uno spettacolo che non ce ne sono uguali; profumi di fiori e di erba selvaggia. Femmine con gonne e camicette di mille colori che mostrano il ben di Dio, giovanotti eleganti in cerca di moglie con macchinette per le fotografie: canti veraci antichi come il nonno; così la processione diventa una festa del popolo con devozione ed anche una storia vera che è la storia di un popolo che ha sofferto tanto sotto proprietari terieri e potenti con la chiesa che non ha capito niente. A me questa storia resta sempre davanti e la voglio scrivere perché è importante. Prima della guerra del 1915 come dicono i gli adulti proprio alla processione nascevano contrasti contro il re ed i governanti che volevano la guerra. E la gente si adirava anche contro i preti ed i vescovati che non vedevano il popolo che soffriva. Quando c'era la guerra era proprio alla processione che avvenivano gli strazi più grandi: mamme con il viso insanguinato come un "ecce homo" che si graffiavano e tiravano i capelli per chiedere la grazia per la vita dei figli in guerra; moglie che portavano catene pesanti come le ruote dei mulini; giovinette che si vestivano da flagellanti per i fidanzati che erano in guerra, Le più ammirate sono le flagellanti. Sona assai e tante sono giovinette con scarpette fine capelli sciolti anelli e braccialetti gambe diritte inguainate con colori belli come la pelle caffelatte. Si nascondono il viso con i cappucci, ma sotto sotto si fanno riconoscere (questo è tutto!) perché in fondo in fondo il fatto deve saperlo tutto il mondo, che devono dire alla gente a chi vuol male loro specie il vicinato il dolore che hanno e l'amore che portano per fidanzati e mariti. Tutti gridano contro la guerra tutti pensano che i figli dei capi e dei potenti sono a casa loro. E la gente aspetta questo momento per sfogare l'odio contro i potenti del paese e contro il Vescovo che è d'accordo e si schiera sempre dalla parte dei ricchi che gli portano olio, grano, soldi per non soffrire la brutta carestia mentre il popolo soffre come Cristo in croce. E proprio a Cassano dove da tempo c'è il Vescovato erano nati forti movimenti contro la Chiesa che non sapeva difendere il popolo ignorante, ignorante come lo chiamavano i galantuomini solo perché non sapevano leggere e scrivere. Ma il popolo era istruito e ricco di cultura più verace che è la cultura di chi cresce e sa cercarsi i mezzi per farsi capire. Quando c'era il fascismo le cose che io ho visto si devono sapere perché fanno parte della storia di tutti quanti. Il giorno del Venerdì Santo il popolo era preparato ed aspettava il momento come il giorno del giudizio. Il Vescovo sapeva tutto e lo sapevano anche i governanti. Al comando, sotto il ponte del monaco, facevano tante riunioni i militi ed i capirioni fascisti per vedere come mettere a posto anarchici, sovversivi e socialisti, che si moltiplicavano come i funghi alla settina anche se prima non c'era nessuno. -Stavolta alla Processione facciamo i conti con queste persone che sono contro il fascismo e facciamo provar loro l'albero di fichi -. E così il giorno della processione assomigliava un giorno di guerra: militi con i fucili, carabinieri e tutto un armamento come se fossero tornati i farisei con i soldati per prendere il Nazzareno. Fino a Paglialunga tutto andava liscio come se niente fosse. Ma a San Domenico cominciava il movimento e a "Paddici", sotto il Palazzo dei Toscano, scoppiava la lotta all'aria aperta. Il Vescovo non abituato a camminare a piedi per tante ore ed a star digiuno per tutta la giornata lasciava la processione gridando contro il popolo ignorante che non capiva la vera religione. E rimproverava con i militi fascisti che non erano in grado di controllare quattro ubriachi,. Cominciava così la resistenza i misteri si fermavano per ore ed ore ogni quattro passi come se fosse uno spasso. I militi gridavano, minacciavano la prigione, dando botte con manganelli e con fucili, ma la processione restava sempre ferma ai gironi. Davanti la tromba ed i tamburi erano i capi fila e dirigevano tutta la resistenza. Attorno attorno si riuniva la gente ed al centro un gruppo di "diritti" cantavano la madre afflitta che era un canto di dolore ma diventava un canto di vittoria, perchè insieme alla passione c'era un grido di liberazione. Alla voce degli uomini rispondevano dietro alla Madonna le femmine che erano tante e tante ma strette strette che sembravano un mare dove gli occhi erano l'azzurro ed i capelli le onde in movimento. E la cosa più bella era anche che ogni risposta si cambiava tono come se fosse una sfida alla ricerca della voce più alta e sicura. Quest'anno sono chiuse le finestre ed i balconi della casa di mia madre dove ogni volta ci riunivamo tutti il Venerdì Santo. E mamma mia faceva di nascosto le frittelle, i carciofi con l'uovo, finocchi, sedano, lupini e tante piccole cose insieme ad un bicchiere di vino. Diceva ad ognuno mentre passava la processione che durava ore ed ore intere sotto i balconi: " viene a prenderti un boccone, perché devi stare digiuno?" E così piano piano si finiva con una tavolata. Sotto i balconi tromba e tamburi suonavano ed " u jesu" era altisonante, zio Giacinto cominciava a parlare faceva i soliti discorsi contro i fascisti c'erano parenti che scoppiavano perchè erano fissati per Mussolini, scoppiava una lite senza eguali: le grida si sentivano dappertutto e mia madre chiudeva porte e finestre per non far sentire alla gente che stava fuori. Anche dopo la caduta del fascismo ci riunivamo i venerdì e facevamo politica ugualmente attaccando forte la democrazia. Adesso mia madre è morta e son chiuse finestre e balconi per il lutto. Il fuoco è spento in cucina. Non scendo nemmeno con il bottiglione di vino come facevo una volta per ringraziare amici che cantavano la madre afflitta vicino a casa mia come un segno di grande rispetto. Proprio alla stessa ora otto giorni oggi quando la processione camminava sotto i balconi otto giorni oggi dicevo le ultime parole parole di dolore per i malanni. Moriva il bene grande della vita quello che ognuno tiene dentro il cuore era grande non contate gli anni per favore, che il dolore è sempre di un modo e non ci sono parole per farlo diminuire. Adesso voglio tener tutto è mio. Tromba e tamburi adesso sono di lutto passate zitti zitti non c'è più chi teneva la festa non c'è più zia " Maruzza da Mammena" che raddrizzava le braccia e che aveva sempre una parola dolce per ognuno, che era la mamma di tutti di "Paddici" ed anche di altri vicinati. Stamattina c'è stata una prodezza che mi ha fatto riflettere; si comincia a parlare di fascisti. Quattro ragazzi hanno scritto sui muri " viva il capo dei fascisti" che ha fatto ammazzare tanti giovanotti e che ha le mani insanguinate ed il cervello pieno di progetti per rovinare l'Italia un'altra volta. Parlasse questa processione che ne ha visti tanti nel fascismo palassero i misteri della passione che sanno quanto devono custodire la liberazione. Questi giovani non ne sanno niente e si fanno trascinar dal vento; ma è un vento che fa solo rumore ma è solo rumore della scopa nuova. Tromba e tamburi state sempre attenti che la processione è il momento di far capire a chi vuol pensare che i tempi brutti non possono ritornare |